San Siro si prepara a riaccendersi dopo la sosta, e lo fa con una sfida che promette più insidie che certezze. Milan–Fiorentina non è solo una partita da tre punti: è un test di maturità per una squadra che de ve ritrovare compattezza, ritmo e identità.Massimiliano Allegri lo sa bene. In conferenza stampa ha parlato con lucidità, evitando proclami e puntando su concetti chiave: umiltà, attenzione, piedi per terra.
Il Milan arriva incerottato.

Fuori Pulisic, Rabiot e Estupiñán, incerto Nkunku, mentre Saelemaekers rientra in extremis. Allegri dovrà ridisegnare la squadra, ma non cerca alibi: “Abbiamo un numero sufficiente per affrontare la gara,” ha detto, sottolineando che gli infortuni sono parte del gioco e che chi è disponibile dovrà cogliere l’occasione. Il tecnico ha poi parlato di Leao, pronto a tornare titolare: “Ha fatto una settimana intensa, è in buona condizione. Ma basta proclami: un campione lo si giudica a fine carriera.” È un messaggio chiaro, che invita il portoghese a lasciar parlare il campo.
Fiorentina la classifica non è veritiera

La Fiorentina, guidata da Pioli, è squadra organizzata, con giocatori che “hanno il gol nelle gambe” e una classifica che non riflette il reale valore. Allegri lo ha detto senza mezzi termini: “Domani è una gara pericolosa. Serve calma, attenzione e compattezza.” La Viola ha qualità, e il Milan dovrà migliorare sia in possesso che in fase difensiva. “Ogni pallone non è decisivo, ma ogni punto può cambiare una stagione,” ha ricordato il tecnico, facendo riferimento alla gara contro la Juve, dove al 92’ si è rischiato di perdere una partita già in mano.
Sul piano tattico, Allegri non ha svelato le scelte: “Deciderò domani mattina, devo capire chi avrò a disposizione.” Ma ha ribadito che la squadra dovrà giocare “in maniera umile e compatta”, con chi entra dalla panchina consapevole dell’obiettivo. Il Milan non cerca spettacolo, cerca solidità. E Milan–Fiorentina sarà il primo passo di un ciclo intenso, dove ogni dettaglio può fare la differenza. Allegri non vuole processi alle intenzioni, vuole risposte dal campo. E San Siro, come sempre, sarà giudice severo.
