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La Juventus si ferma al Bentegodi e, come da copione, quando non arrivano i tre punti…arrivano le polemiche. Un pareggio per 1-1 contro un Verona coraggioso e ben messo in campo che ha lasciato strascichi più verbali che tattici, con Igor Tudor protagonista di un post-partita infuocato.

Il bersaglio? Il VAR, ovviamente. “Non esiste il rigore, è una vergogna!”, ha tuonato il tecnico bianconero, dimenticando forse che quando il VAR sorride, nessuno si lamenta.

Conceição illude, il var no

Novità VAR in Serie A: gli arbitri annunceranno in diretta le decisioni VAR con un microfono. Maggiore trasparenza e coinvolgimento per tifosi e club.

La partita si era aperta con una perla di Francisco Conceição, schierato titolare a sorpresa. Al 19’, l’esterno portoghese ha saltato Bradaric e fulminato Montipò con un sinistro sul secondo palo: una giocata alla Robben, che sembrava indirizzare la gara.

Ma al 44’, un tocco di mano di Joao Mario in area ha acceso la sala VAR, e l’arbitro Rapuano, dopo on-field review, ha concesso il rigore. Gift Orban ha trasformato con freddezza, firmando il pari.

Per Tudor c’era un’espulsione

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Nel secondo tempo, il Verona ha sfiorato il colpo grosso con Orban e Serdar, quest’ultimo fermato dal VAR per fuorigioco millimetrico.

La Juventus, invece, ha perso brillantezza e lucidità, con Vlahovic impalpabile, sostituito da Openda. Tudor ha provato a cambiare volto alla squadra, ma il forcing finale non ha prodotto il gol vittoria.

I due casi sotto la lente

Le proteste si sono concentrate su due episodi: il rigore concesso e il mancato rosso a Orban per una gomitata su Gatti. Il VAR, stavolta, ha scelto la via del silenzio. E quando non interviene a favore, è subito scandalo. Un déjà vu che ricorda lo scudetto perso dall’Inter nel 2024, tra rigori negati e linee tracciate con il righello.

Finisce 1-1. Il Verona esce tra gli applausi, la Juve tra i sospetti. Ma il VAR, come sempre, resta il protagonista invisibile. Quando aiuta, è giustizia. Quando non lo fa, è vergogna. Dipende dalla maglia.