Il Derby d’Italia non si gioca solo sul prato dello Stadium, ma anche nei bilanci. Juventus e Inter si affrontano in un momento in cui le scelte economiche e strategiche stanno influenzando profondamente l’identità dei club.
La Juventus ha ridotto sensibilmente il monte ingaggi, passando dai 300 milioni di euro di qualche stagione fa a circa 170 milioni. Una scelta dettata dalla necessità di rientrare nei parametri di sostenibilità, dopo anni di spese elevate e risultati altalenanti. Il club bianconero ha puntato su un mix di giovani e profili funzionali, con un occhio al bilancio e uno alla competitività.
Politica diversa dalla Juventus

L’Inter, invece, ha mantenuto un monte stipendi più alto, circa 200 milioni, ma ha operato con grande attenzione sul mercato, privilegiando parametri zero e operazioni mirate. La cessione di Onana e l’arrivo di Sommer, ad esempio, hanno garantito equilibrio tecnico ed economico. Il club nerazzurro ha scelto di non stravolgere la rosa, ma di consolidarla, puntando su continuità e rendimento.
Due modelli a confronto
La Juventus sembra aver imboccato una strada più prudente, quasi “aziendalista”, con l’obiettivo di costruire un progetto sostenibile nel medio-lungo periodo. L’Inter, invece, ha scelto di restare competitiva subito, anche a costo di mantenere un monte ingaggi più elevato.
Entrambe le strategie hanno i loro rischi e le loro opportunità. La Juve potrebbe beneficiare di una maggiore flessibilità futura, ma deve fare i conti con una rosa meno esperta.
L’Inter ha più certezze tecniche, ma dovrà continuare a gestire con attenzione il rapporto tra costi e risultati.
