Alla vigilia della sfida di Udine, valida per le qualificazioni ai Mondiali 2026, Rino Gattuso si presenta davanti ai media con consapevolezza e determinazione. “I playoff non sono ancora acquisiti: dobbiamo vincere domani”, è il messaggio chiaro del ct azzurro, che sa quanto sia delicato il momento.
Un pensiero sulla situazione tifosi

La partita contro Israele non è semplice, soprattutto considerando la pressione esterna. “C’è gente fuori che criticherà, ma anche 10-11 mila spettatori sugli spalti che toccherà a noi trascinare”, afferma Gattuso. Riferendosi alla situazione di Gaza, aggiunge. “Siamo felici che ci sia stata una tregua, vedere la gente che torna nella loro terra è emozionante”.
Gattuso elogia Pio Esposito
Sul fronte delle scelte tecniche, Gattuso parla con attenzione del giovane Pio Esposito. “È un ragazzo semplice e di poche parole; corre come un centrocampista. Non ha mai giocato 70-75 minuti, vedremo. Non c’è rischio che si monti la testa.” E quando gli chiedono del suo attaccamento alla Nazionale, risponde con calore. “Ho indossato questa maglia per 11 anni…mi sento a casa”.
Un ringraziamento a Spalletti

Gattuso rende merito a Spalletti per le parole spese nei suoi confronti, ma dice di non averlo chiamato per “non rompere le scatole”. “Quando parla, non regala niente”, afferma in tono rispettoso.
Tatticamente, non si nasconde. “Ci serve attenzione, non possiamo concedere spazi. Da metà campo in su gli israeliani sono forti”. Inoltre, spiega perché in alcuni momenti ha scelto di giocare con due attaccanti. “Non ero sicuro che potessimo reggere quel peso, ma non mi interessa tanto il numero di gol finora, quanto il lavoro che fanno: rincorrono, scalano, mettono impegno”.
Gattuso ribadisce anche l’apertura. “Porte aperte per tutti, chi dimostra qualcosa può essere convocato”, citando Zaniolo come esempio di recupero importante.
