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Il secondo turno di prove libere a Zandvoort regala una sessione intensa e ricca di spunti. La McLaren conferma il suo stato di forma con Lando Norris al comando, ma tra le due monoposto papaya si infila la Aston Martin di Fernando Alonso, secondo a soli 87 millesimi dal leader.

Lo spagnolo precede di appena 2 millesimi il compagno di scuderia virtuale Oscar Piastri, terzo e sempre più protagonista in questa fase di stagione.

Russell sfiora l’incidente, Verstappen ancora opaco

Quarto tempo per George Russell, che ha rischiato grosso in corsia box per evitare un contatto con Piastri. L’episodio ha portato a una multa di 5.000 euro per la McLaren, colpevole di non aver guidato correttamente il pilota australiano nella manovra di parcheggio.

Ancora lontano dai riflettori Max Verstappen, solo quinto e staccato di 588 millesimi da Norris. Il campione del mondo non riesce a trovare il feeling con l’asfalto olandese, e la Red Bull sembra soffrire più del previsto.

Ferrari in ripresa, Hamilton e Leclerc dentro i dieci

Dopo un primo turno sottotono, la Ferrari rialza la testa. Lewis Hamilton, nonostante un testacoda spettacolare (un “360” completo ma senza danni), chiude sesto a 848 millesimi. Charles Leclerc è ottavo, preceduto dalla Red Bull di Yuki Tsunoda. Il monegasco accusa quasi un secondo di ritardo dal vertice, ma il passo gara sembra in crescita.

Colapinto e Hulkenberg completano la top ten

Chiudono la top ten Franco Colapinto con Alpine e Nico Hulkenberg su Sauber. Dodicesimo tempo per Andrea Kimi Antonelli, che risale dall’ultima posizione delle FP1 e mostra segnali di adattamento con la Mercedes.

Due bandiere rosse e un incidente per Stroll

La sessione è stata interrotta due volte: prima per l’incidente di Lance Stroll alla curva 3, poi per un’uscita di pista di Alexander Albon alla storica curva Tarzan. Nessuna conseguenza fisica per i piloti, ma danni significativi alla Aston Martin del canadese.

Zandvoort si conferma un circuito tecnico e imprevedibile. Il weekend olandese è appena iniziato, ma le gerarchie sembrano già in movimento