Il maniavantismo di Conte: teatrino noto, ma il copione funziona

Pubblicato il 23 Settembre 2025 da Redazione

Lukaku rischia uno stop di settimane: il Napoli valuta un nuovo attaccante dopo le cessioni di Raspadori e Simeone. Ecco le mosse di mercato.

Antonio Conte ha parlato. E come sempre, quando parla di mercato, il cielo si oscura, i contabili tremano e i direttori sportivi si fingono irreperibili. È il suo stile: mettere le mani avanti, alzare la tensione, e costringere la società a esporsi. Un teatrino che conosciamo bene, ma che, paradossalmente, continua a funzionare.

A Napoli, Conte ha ereditato una squadra campione d’Italia ma svuotata di certezze. E il suo approccio è quello di sempre: pretendere, pungolare, esasperare. Non è solo strategia comunicativa, è una forma di controllo. Se il mercato non lo convince, lo dice. La rosa non è completa, lo ripete. La società tentenna, lui alza il volume.

Il maniavantismo di Conte

Il maniavantismo è diventato marchio di fabbrica. Eppure, dietro il sarcasmo e le uscite teatrali, c’è una verità che non si può ignorare: Conte ha ragione. Il Napoli ha bisogno di rinforzi, di certezze, di una direzione tecnica chiara. E se il suo modo di chiederlo è ruvido, poco importa. I risultati, storicamente, gli danno ragione.

Il paragone con gli sceneggiatori di Boris — citato ironicamente nell’articolo originale — è azzeccato: si sa che arriverà la “scena del Grazie”, ma nessuno è pronto. Così è Conte: lo si ingaggia sapendo cosa comporta, ma poi ci si sorprende quando lo fa davvero.

Il Napoli ha scelto Conte, e con lui ha scelto anche il suo metodo. Il maniavantismo non è un difetto: è un sistema. E finché la società non risponde con decisione, il copione si ripeterà. Teatrale, sì. Ma dannatamente efficace.