All’Inter si respira una calma apparente. Marotta ha parlato chiaro:”La squadra è fatta, l’organico è in sintonia con le ambizioni del club“. Eppure, dietro quella dichiarazione netta, si intravede una porta socchiusa. Il mercato è chiuso, sì — ma con un asterisco grande quanto una finestra di opportunità.
Le uscite che possono riaprire i giochi
La dirigenza nerazzurra ha completato gli acquisti principali, ma non ha ancora sistemato tutto. Alcuni giocatori restano in bilico: Taremi potrebbe salutare, Palacios ha rifiutato il Santos ma non è detto che resti. E se qualcuno partisse, qualcosa potrebbe muoversi. Non in attacco, dove si punterebbe su soluzioni interne come Frattesi o Mkhitaryan in posizione avanzata. Semmai in difesa, dove un’uscita potrebbe aprire spazio a un innesto dell’ultimo minuto.
Pavard resta, nessun rischio

Il nome di Pavard è intoccabile. Nessuna intenzione di cederlo, nessuna voglia di trovarsi a cercare un sostituto all’altezza a ridosso della chiusura. La linea è chiara: “Si muove solo se c’è una vera occasione, non per tappare buchi”.
Il tesoretto da 20 milioni è lì, pronto


E le risorse ci sono. L’Inter aveva messo da parte 45 milioni per Lookman e Koné. Dopo l’acquisto di Diouf, ne restano 20. Un tesoretto che non brucia in tasca, ma che può tornare utile:”Non è detto che venga speso subito. Le squadre, in questa fase, tendono a blindare i titolari e a liberarsi solo degli esuberi. E se non si trova il profilo giusto, meglio aspettare“.
Una rivoluzione già scritta
Quel gruzzolo potrebbe servire più avanti, magari per affrontare una fase di rinnovamento. Sommer, Acerbi, De Vrij, Darmian e Mkhitaryan sono tutti in scadenza. Il club lo sa, e prepara il terreno. Non c’è fretta, ma c’è visione.
