Il Milan c’è e può cominciare a sognare un anno da protagonista. Contro il Napoli, la squadra ha dimostrato compattezza, ritmo e spirito da battaglia. L’esame Conte è stato superato, senza appello. Non solo merito di Allegri ma anche di Modric e Pulisic. Il croato ha orchestrato e disegnato mentre l’americano ha colpito. Il tutto correlato da ritmo, pressing, compattezza e determinazione.
Modric e Pulisic, leadership e qualità

Modric è il cervello. Non solo geometrie, ma anche letture difensive, tempi di gioco, gestione emotiva. Il croato non forza, non spreca, non sbaglia. È il punto di riferimento che mancava, il collante tra reparti, il giocatore che trasforma il possesso in controllo.
Pulisic è il detonatore. Strappi, movimenti, gol. Ma anche sacrificio, ripiegamenti, scelte intelligenti. Il suo impatto è totale. Segna, crea, trascina. È il volto offensivo di un Milan che non cerca solo estetica, ma efficacia.
Allegri impone il suo codice

Il Milan non è solo più ordinato. È più consapevole. Allegri ha ridisegnato la squadra con pragmatismo e ambizione. Il 3-5-2 è solido, ma non rinunciatario. Le mezzali aggrediscono, gli esterni spingono, la difesa regge. Ogni giocatore ha un compito chiaro, ogni movimento ha una logica.
La squadra non si disunisce, non si lascia prendere dal panico. Anche dopo il rigore di De Bruyne, il Milan ha mantenuto compattezza nella gestione e nella chiusura degli spazi. È una squadra che sa soffrire, ma anche colpire.
San Siro, energia ritrovata
Il pubblico, tornato al completo con la Sud di nuovo a sostenere la squadra, ha ricominciato a far vibrare San Siro. Il Milan non è solo primo in classifica. È tornato a essere credibile. La vittoria contro il Napoli non è solo un risultato, ma anche una seria candidatura allo scudetto. Il gruppo è vivo, il progetto è chiaro, la guida è forte.
Allegri ha rimesso ordine; il Milan ha ritrovato la sua voce. Il diavolo è tornato.
