Il 6-2 incassato dal Napoli contro il PSV non è solo una sconfitta pesante: è un segnale. Un segnale che qualcosa si è rotto, o forse non è mai stato davvero solido. La squadra di Antonio Conte ha mostrato una fragilità mentale preoccupante, incapace di reagire dopo l’autogol di Buongiorno e l’espulsione di Lucca. Il blackout è stato totale, e non solo tattico.
Non è solo Champions: è una questione di identità
Il Napoli non subiva sei gol in una gara ufficiale dal 1997. Ma il dato statistico è solo la superficie. Il vero problema è la mancanza di compattezza, di spirito, di quella fame che dovrebbe accompagnare una squadra costruita per competere. Conte ha parlato di emergenza e di equilibrio da ritrovare, ma il tempo stringe. E la prossima partita non concede alibi.
Sabato c’è l’Inter

Alle 18, al Maradona, arriva l’Inter. Una squadra in forma, solida, che ha ritrovato la vetta e che non perdona. Per il Napoli, è più di una partita: è uno snodo. Una risposta deve arrivare, non solo sul piano del risultato, ma sul piano dell’atteggiamento. Perché se il Napoli non reagisce ora, il rischio è che la stagione prenda una piega difficile da invertire.
Conte tra scelte e responsabilità
Il tecnico è chiamato a una prova di gestione. Dovrà decidere se confermare uomini in difficoltà o cambiare assetto. Dovrà motivare un gruppo che sembra smarrito. E soprattutto, dovrà dimostrare che il Napoli può ancora essere competitivo, anche dopo una batosta europea. Perché il campionato non aspetta, e l’Inter non fa sconti.
La stagione è ancora lunga, ma il tempo per i dubbi è finito
Il Napoli ha qualità, ha alternative, ha ambizione. Ma ora deve dimostrarlo. La sfida contro l’Inter è una chiamata alla responsabilità. Non basta più parlare di episodi o di calendario. Serve una reazione vera, sul campo, davanti al proprio pubblico. Perché dopo Eindhoven, ogni passo falso pesa doppio.
