Il quotidiano Repubblica ha diffuso alcune intercettazioni che evidenzierebbero accordi sulla trattativa tra Lille e Napoli. In particolare nelle conversazioni si discuteva di non lasciare tracce documentali nell’ambito della trattativa per l’acquisto di Victor Osimhen. L’operazione centraele riguara proprio il trasferimento di quest’ultimo dalla Francia all’Italia.
Il Napoli avrebbe acquistato l’attaccante per 70 milioni di euro complessivi, ma gli inquirenti sostengono che parte del valore sia stato costruito artificialmente attraverso cessioni “di facciata” o valorizzazioni fittizie di altri giocatori.
Le intercettazioni e le strategie contestate

Secondo quanto riportato da Repubblica e citato nelle carte della Guardia di Finanza, i club avrebbero discusso l’inserimento di bonus o valutazioni “nominali” per giustificare cifre più elevate. Una mail citata nella ricostruzione recita:
“Questo … vi permette di pagare un prezzo inferiore rispetto a qualsiasi altro club ma con un valore nominale necessario per chiudere.”
Un’altra intercettazione, il presidente del Lille suggerire di proporre la clausola di Karnezis, all’epoca giocatore 35enne, con un prezzo elevato:
“Porteremo Karnezis … per 20 milioni. Su questo punto è importante che non ci sia alcuna comunicazione sul prezzo, ci farebbe sembrare tutti cattivi.”
Nel contesto dell’operazione, tre giovani calciatori della Primavera del Napoli , Luigi Liguori, Claudio Manzi e Ciro Palmieri, sono stati valorizzati nei documenti con cifre che, secondo gli investigatori, non corrispondono a operazioni reali. I tre hanno dichiarato di non essere mai partiti per la Francia né di aver fatto visite mediche al Lille.
Secondo l’accusa, dunque, la costruzione del valore dell’affare era finalizzata a raggiungere i 70 milioni richiesti dal Lille, includendo componenti fittizie per “completare” il prezzo.
Archiviazione da parte della FIGC e rinvio a giudizio

Il caso interessa non solo il Napoli. Anche il presidente del club, Aurelio De Laurentiis, è stato richiesto in rinvio a giudizio dalla Procura di Roma con l’accusa di falso in bilancio. La FIGC (Federazione Italiana Giuoco Calcio) ha già archiviato il caso rispetto agli aspetti da lei competenti. Anche l’operazione legata all’acquisto di Manolas dalla Roma nel 2019 rientra nella ricostruzione dell’inchiesta, come parte delle plusvalenze contestate. Il rinvio della prima udienza preliminare ha rinviato al futuro ravvicinato le decisioni giudiziarie concrete.
Possibili scenari
Se le accuse dovessero essere confermate, le conseguenze per il Napoli e De Laurentiis potrebbero essere gravi, sia a livello giudiziario sia sportivo. Alcune delle questioni in gioco
- Credibilità finanziaria. L’uso di plusvalenze contestate può minare la fiducia nei bilanci del club.
- Sanzioni sportive. In casi analoghi, club coinvolti in operazioni scorrette possono ricevere penalizzazioni in classifica, scioperi, multe o limitazioni nel mercato.
Reputazione e gestione futura: un verdetto negativo potrebbe avere impatti duraturi nella gestione societaria e nella percezione pubblica del club. Le nuove intercettazioni potrebbero riaccendere il discorso sulle valutazioni gonfiate che in passato hanno rigurdato anche altri club. Le indagini nel mentre proseguono ma resta da capire se poi De Laurentiis e il Napoli verranno veramente riconosciute colpevoli.
