Il futuro dello stadio di San Siro torna al centro del dibattito pubblico. Il Comitato promotore del “Referendum per San Siro”, attraverso l’avvocata Veronica Dini, ha inviato una diffida formale al Comune di Milano, chiedendo di interrompere l’iter di cessione dell’impianto e delle aree limitrofe. La lettera è stata indirizzata a Palazzo Marino e ad altri enti pubblici, tra cui il Ministero della Cultura, con l’obiettivo di bloccare ogni tentativo di vendita prima dell’entrata in vigore del vincolo architettonico.
Il vincolo sul secondo anello scatterà l’11 settembre

Secondo quanto riportato nella diffida, a partire dall’11 settembre 2025, anche il secondo anello dello stadio Meazza sarà sottoposto a vincolo architettonico, in base alla verifica di interesse culturale. Questo significa che l’impianto non potrà essere alienato né abbattuto, rendendo di fatto impossibile la sua demolizione o vendita senza autorizzazioni specifiche.
La Sovrintendenza dei Beni Culturali ha già stabilito che il vincolo definitivo scatterà il 10 novembre, ma secondo il Comitato, già dall’11 settembre si potrà considerare il secondo anello tutelato. A supporto della tesi, vengono citati documenti storici e testimonianze, tra cui un video dell’Istituto Luce relativo alla partita Milan-Dinamo Mosca del 4 settembre 1955, e un commento tratto dal libro “Milan-Inter, storia e gloria del derby di Milano” che parla di una “passerella amichevole per il ristrutturato stadio” proprio l’11 settembre 1955.
Rischi legali e danno erariale
La diffida sottolinea anche i rischi legali per l’amministrazione comunale. Secondo l’avvocata Dini, procedere con la vendita potrebbe configurare un atto amministrativo illegittimo, con conseguenze gravi: nullità dell’operazione, danno erariale e perdita di un bene pubblico di estrema importanza per la città.
Il Comitato chiede agli enti coinvolti di vigilare sull’operato degli uffici, affinché non venga perfezionata una cessione che potrebbe compromettere il patrimonio architettonico e culturale di Milano. San Siro è più di uno stadio: è memoria, identità e storia. E ora, con il vincolo in arrivo, il suo destino torna nelle mani della città.
