Il destino di San Siro potrebbe giocarsi su tre emendamenti inseriti nel nuovo decreto sportivo:
- la possibilità per i Comuni di vendere il diritto di superficie degli impianti sportivi, aprendo la strada a operazioni di valorizzazione e riqualificazione.
- l’obbligo di bonifiche ambientali per le aree interessate da nuovi progetti.
- criteri di sostenibilità per ogni intervento, con particolare attenzione all’impatto energetico e paesaggistico.
Questi tre punti rappresentano la base normativa su cui si giocherà il futuro dello stadio milanese, oggi al centro di un dibattito tra conservazione e trasformazione.
I nodo della vendita e il ruolo del Comune

La vendita del diritto di superficie è il passaggio più delicato. Il Comune di Milano, proprietario dell’area, potrebbe cederla a soggetti privati per favorire la costruzione di un nuovo impianto o la riqualificazione di quello esistente.
Inter e Milan, da tempo orientati verso progetti separati, osservano con attenzione. La cessione aprirebbe scenari nuovi, ma richiede una valutazione precisa del valore patrimoniale e dell’impatto urbanistico.
Il decreto non impone la vendita, ma la rende possibile. Una scelta che sposta la responsabilità sulle amministrazioni locali, chiamate a bilanciare esigenze sportive, economiche e ambientali.
Bonifiche e sostenibilità: vincoli non negoziabili
Ogni progetto dovrà rispettare i nuovi vincoli ambientali. Le bonifiche saranno obbligatorie per le aree interessate, con controlli specifici su suolo, falde e materiali di costruzione. La sostenibilità diventa criterio guida: impianti energetici efficienti, riduzione dell’impronta ecologica, rispetto del paesaggio urbano.
San Siro, per dimensioni e posizione, è un caso emblematico. Qualsiasi intervento dovrà dimostrare di essere compatibile con il contesto e di generare benefici misurabili. Il decreto non lascia spazio a scorciatoie: chi vuole costruire o trasformare, dovrà farlo nel rispetto delle regole.
Inter e Milan, due strade divergenti

Con l’Inter orientata verso Rozzano e il Milan ancora incerto tra San Donato e altre ipotesi, il futuro di San Siro appare sempre più legato alla volontà politica.
Gli emendamenti non risolvono il dilemma, ma forniscono strumenti. La palla passa ora ai club e al Comune, chiamati a decidere se San Siro sarà conservato, trasformato o superato.

